"Perché dopo la scuola non avevo seguito le mie aspirazioni? Perché avevo fatto finta che tutto andasse bene, iscrivendomi all’università? Ma, soprattutto, perché avevo smesso di sognare? «Oramai è tardi», «Lo dovevi fare prima»... frasi del genere le ho ascoltate in tutte le età che ho avuto, sino a ora. Ogni cosa a cui pensavo e che mi piaceva andava fatta prima, ma prima di cosa? Ero sempre in ritardo, ma in ritardo su cosa? Poi, un giorno di un giugno qualsiasi è successo, per una di quelle congiunzioni senza senso, che forse un senso ce l’hanno benissimo. Sono partito col mezzo che preferisco, la bicicletta. Quel giorno di giugno non sono fuggito, al contrario mi sono ripreso la cosa più importante che ho, che abbiamo tutti noi: il tempo. Per una volta, mi sono detto, voglio essere padrone del mio tempo, del mio percorso. Padrone dei miei sbagli, dei …
"Perché dopo la scuola non avevo seguito le mie aspirazioni? Perché avevo fatto finta che tutto andasse bene, iscrivendomi all’università? Ma, soprattutto, perché avevo smesso di sognare? «Oramai è tardi», «Lo dovevi fare prima»... frasi del genere le ho ascoltate in tutte le età che ho avuto, sino a ora. Ogni cosa a cui pensavo e che mi piaceva andava fatta prima, ma prima di cosa? Ero sempre in ritardo, ma in ritardo su cosa? Poi, un giorno di un giugno qualsiasi è successo, per una di quelle congiunzioni senza senso, che forse un senso ce l’hanno benissimo. Sono partito col mezzo che preferisco, la bicicletta. Quel giorno di giugno non sono fuggito, al contrario mi sono ripreso la cosa più importante che ho, che abbiamo tutti noi: il tempo. Per una volta, mi sono detto, voglio essere padrone del mio tempo, del mio percorso. Padrone dei miei sbagli, dei miei successi. Padrone dei miei incontri e padrone della mia solitudine. Padrone del mio viaggio. Così ho cominciato a pedalare e tutto ha riacquistato un senso."
Un viaggio in bicicletta nel grande Nord, un’avventura nel mondo selvaggio, tra orsi, caribù e paesaggi incantevoli, per riappropriarsi dei propri sogni. Stefano Elmi si licenzia, impacchetta la sua bici e parte con un biglietto di sola andata per Calgary con la vaga idea di andare verso nord suggestionato dalle letture di Jack London e altri avventurieri. Da lì muove verso le Montagne Rocciose, lo Yukon, il Klondike e poi procede verso il confine fra Canada e Alaska; percorre la Denali Highway, giungendo ai piedi della grande montagna, poi va verso sud, ad Anchorage e fino alla penisola di Kenai, dove la terra finisce. Durante il viaggio scopre che in Alaska può fare anche caldo; incontra pensionati americani coi loro immensi motorhome, nativi completamente sbronzi, pistoleri di confine, orsi e caribù; trangugia hamburger essimi e birre giganti, ma gli capita anche di soffrire la fame e la sete lungo i 5000 chilometri di una strada che sembra non finire mai.
Questo libro mi ha colpito e incuriosito sin dalle prime pagine, molto leggero ma intenso di molti temi come quelli sociali e ambientali. Stra consigliato!
Un bel libro scritto in maniera molto scorrevole e coinvolgente. L'autore descrive molto bene con ironia e scrittura interessante la sua avventura i bicicletta in Alaska.