cretinodicrescenzago ha recensito Le radici del glicine di Massimo Pirotta
Le radici del glicine – le radici nostre
4 stelle
Questo reportage per me ha un valore affettivo immenso. Mi fu regalato appena uscito, o quasi, da un'amicizia con cui poi ho perso i contatti, in un periodo abbastanza sbalestrato della mia giovinezza, e lo lessi capendoci poco, ma assimilando una sarabanda di concetti, di immagini, di luoghi e date. E tutta quella sarabanda è sedimentata nel mio cervello, si è intersecata piano piano con spunti che venivano da altre parti (principalmente da Zerocalcare e dal rap classico), ed è sbocciata tanti anni dopo e tanta acqua sotto i ponti dopo, nel momento in cui sono andato a vivere a Milano dalla grigia (anzi, nera...) provincia lombarda – e non a caso, le date che metto qui su Bookwyrm sono quelle della seconda lettura, con occhi ben diversi. Che dire, Le radici del glicine non è certamente un memoriale immediatamente comprensibile, perché racconta "da dentro" gli anni d'oro dell'autogestione e …
Questo reportage per me ha un valore affettivo immenso. Mi fu regalato appena uscito, o quasi, da un'amicizia con cui poi ho perso i contatti, in un periodo abbastanza sbalestrato della mia giovinezza, e lo lessi capendoci poco, ma assimilando una sarabanda di concetti, di immagini, di luoghi e date. E tutta quella sarabanda è sedimentata nel mio cervello, si è intersecata piano piano con spunti che venivano da altre parti (principalmente da Zerocalcare e dal rap classico), ed è sbocciata tanti anni dopo e tanta acqua sotto i ponti dopo, nel momento in cui sono andato a vivere a Milano dalla grigia (anzi, nera...) provincia lombarda – e non a caso, le date che metto qui su Bookwyrm sono quelle della seconda lettura, con occhi ben diversi. Che dire, Le radici del glicine non è certamente un memoriale immediatamente comprensibile, perché racconta "da dentro" gli anni d'oro dell'autogestione e delle culture undergorund qui a Milano, e tanto viene esposto a muso duro senza spiegare più di tanto i retroscena e i quadri generali – ma proprio per questo, leggerlo è un metodo fantastico per innescarsi in testa la curiosità di cosa è stata, in Italia, la contestazione del '68-'77 e la controcultura. Qui dentro ci sono i marxisti-leninisti, gli indiani metropolitani, gli artisti vagabondi impegnati contro l'eroina, gli eroinomani grossomodo di buon cuore, i politicanti e gli scrocconi, gli autonomi che andavano a rubare le pistole, i meridionali in cerca di fortuna, le donne che attraversavano tutte queste categorie con ancora addosso certi stigmi di misoginia... la morte di Fausto e Iaio, con i quali venne ucciso il Movimento e venne aperto il Riflusso, quel riflusso che qualche tempo dopo ingoiò anche via Correggio. Ma finché l'ingranaggio collettivo della memoria continua a girare, anche noi che non c'eravamo ancora possiamo farci un'idea di cosa rappresentò una delle più variegate e durature occupazioni abitative e culturali di Milano (se non d'Italia), e prenderne spunto per rendere vero, nel nostro piccolo, un mondo diverso e migliore.