Denominazione di origine inventata

Le bugie del marketing sui prodotti tipici italiani

Copertina rigida, 175 pagine

Pubblicato il 12 Settembre 2018 da Mondadori.

ISBN:
978-88-04-68395-7
Copied ISBN!

Visualizza su OpenLibrary

4 stelle (2 recensioni)

Il Parmigiano Reggiano più simile a quello creato tanti secoli fa dalla sapienza dei monaci emiliani? È il Parmesan prodotto nel Wisconsin, in USA. E quella meraviglia dolce e succosa, coccolata dal sole e dall'aria della Sicilia, che si chiama pomodoro di Pachino? È un ibrido prodotto in laboratorio da una multinazionale israeliana delle sementi. Per non dire del Marsala: fu inventato, commercializzato e prodotto su larga scala da un commerciante inglese che aggiunse alcool al vino al solo scopo di conservarlo meglio durante il trasporto verso la madrepatria. E tutto quel gran sbattersi per definire il vino DOC, DOP o IPG in base a presunte e millenarie tradizioni dei vigneti? Un nobile intento che però finge di non sapere che nella seconda metà del 1800 un parassita distrusse tutte le...

1 edizione

interessante

4 stelle

Proseguo le letture a tema "invenzione della tradizione" con questo libro acquistato dopo che l'intervista dell'autore sul Financial Times aveva sollevato polemica, e finito di leggere solo di recente. Si tratta di un saggio divulgativo che ripercorre la storia dell'alimentazione italiana, in particolare nell'ultimo secolo, collegandola al contesto sociale e soprattutto economico del paese. Tutto sommato interessante, a tratti avrei voluto che gli argomenti fossero approfonditi di più, ma il taglio del saggio è molto pop. Di sicuro si legge in fretta senza annoiare.

Argomento interessante analizzato male

Nessuna valutazione

L'argomento del libro è interessante, un po' meno come è presentato. In pratica secondo l'autore la maggior parte dei prodotti tipici che nel marketing descriviamo come frutto di tradizioni secolari sono i realtà creazioni degli anni 70, perché o erano prodotti fatti anche da altre parti o addirittura frutto di innovazioni abbastanza recenti. Leggere la storia della cucina italiana del Medioevo ha il suo perché, ma delle filippiche dell'autore contro il modello produttivo italiano che tirano in ballo persino Pasolini ne avrei fatto volentieri a meno. Lo stile è molto polemico ma a volte un po' confuso. Comunque si legge in fretta