La prima parte del libro è dedicata alla storia dell’autore e a quella dei profughi …
Quali dolori ci feriscono di più, quelli recenti o quelli più antichi che ci risuonano dentro in una sorta di eco diventata familiare? Cosa ci fa soffrire di più, ciò cui abbiamo rinunciato o ciò che abbiamo trattenuto e ancora tratteniamo? La nostra presenza in questa vita o la nostra assenza nella vita che potremmo avere? Cosa ci fa più male, vivere separati dai nostri innamorati o sentir parlare di chi ha preso il nostro posto? Fino a dove arriva il nostro dolore e, alla fine, cosa ce ne resta? Com’è possibile che una ferita abiti solo una parte di noi mentre tutto il resto la ignora? Cosa succede se una ferita si sovrappone a un’altra? Ma le ferite, dentro di noi, possono davvero sovrapporsi?
L'atmosfera sinistra di una vecchia casa abbandonata o di un cimitero, una sensazione improvvisa di …
Fantasmi
3 stars
Non ho mai approfondito la figura del fantasma, di come si sia evoluta nel tempo e di come si presenti in maniera a seconda delle varie culture che la includono. Quindi Fantasmi di Lisa Morton è stata un’ottima occasione per dare una sbirciatina a queste creature che ancora hanno una grande influenza sia nelle credenze popolari sia nelle storie che ci raccontiamo.
Ho molto apprezzato la storia dell’evoluzione della parola ghost, la cui definizione non è sempre stata quella che in italiano traduciamo con fantasma, ma si riferiva all’essenza della vita. Gli spiriti deə mortə appariranno – è proprio il caso di dirlo – nell’epoca di Geoffrey Chaucer e al tempo di William Shakespeare erano già una figura consolidata, visto che il drammaturgo ne inserì uno come personaggio principale nell’Amleto.
Dopo la carrellata di presenze spettrali in occidente, si passa a quelle orientali e a quelle dell’America …
Non ho mai approfondito la figura del fantasma, di come si sia evoluta nel tempo e di come si presenti in maniera a seconda delle varie culture che la includono. Quindi Fantasmi di Lisa Morton è stata un’ottima occasione per dare una sbirciatina a queste creature che ancora hanno una grande influenza sia nelle credenze popolari sia nelle storie che ci raccontiamo.
Ho molto apprezzato la storia dell’evoluzione della parola ghost, la cui definizione non è sempre stata quella che in italiano traduciamo con fantasma, ma si riferiva all’essenza della vita. Gli spiriti deə mortə appariranno – è proprio il caso di dirlo – nell’epoca di Geoffrey Chaucer e al tempo di William Shakespeare erano già una figura consolidata, visto che il drammaturgo ne inserì uno come personaggio principale nell’Amleto.
Dopo la carrellata di presenze spettrali in occidente, si passa a quelle orientali e a quelle dell’America Latina e dell’emisfero meridionale: il saggio ci si sofferma brevemente, per poi spostarsi ad analizzare i tentativi di dare la caccia ai fantasmi da parte di presuntə professionistə del paranormale che sfoggiano apparecchi tecnologici e una terminologia pseudoscientifica. Il libro termina poi con una carrellata di storie, letterarie e cinematografiche, nelle quali fanno la loro comparsa i fantasmi.
In definitiva, è una lettura per chi non sa da dove iniziare ad approfondire l’argomento: tenete conto che pure io che so due cose in croce sui fantasmi ci ho trovato tante informazioni che avevo già. Quindi non è proprio il libro che fa per voi se già sguazzate tra ectoplasmi e catene sferraglianti: probabilmente lo troverete anche poco scettico se il vostro raccontatore preferito di storie di fantasmi è Massimo Polidoro. Però lo si legge volentieri e per il resto c’è sempre la bibliografia per andare oltre.
Non è facile diventare grandi nella nuova Cina a metà strada tra capitalismo e comunismo: …
Le tre porte
3 stars
Le tre porte mi è sembrato uno di quei casi nei quali un libro non è interessante per il suo valore letterario quanto per il momento storico che si è ritrovato a immortalare. Non sono rimasta minimamente impressionata dalla prosa di Han Han: un po’ perché sono già abituata a sentir citare a sproposito i classici cinesi per farsi bellə (quanto viene maltrattato il povero Sun Tsu?); un po’ perché mi è sembrato di leggere un’invettiva lunga quasi quattrocento pagine.
È facile vedere il blogger in questo: polemizzare per attirare l’attenzione. Ormai ne abbiamo la nausea, ma all’alba del XXI secolo era ancora una novità e, se a questo aggiungiamo l’accortezza di aver fiutato l’insofferenza deə giovani cinesi per un sistema scolastico che ancora non aveva saputo adeguarsi ai cambiamenti in corso (la Cina sarebbe stata ammessa nel WTO da lì a poco), non è difficile capire perché Le tre …
Le tre porte mi è sembrato uno di quei casi nei quali un libro non è interessante per il suo valore letterario quanto per il momento storico che si è ritrovato a immortalare. Non sono rimasta minimamente impressionata dalla prosa di Han Han: un po’ perché sono già abituata a sentir citare a sproposito i classici cinesi per farsi bellə (quanto viene maltrattato il povero Sun Tsu?); un po’ perché mi è sembrato di leggere un’invettiva lunga quasi quattrocento pagine.
È facile vedere il blogger in questo: polemizzare per attirare l’attenzione. Ormai ne abbiamo la nausea, ma all’alba del XXI secolo era ancora una novità e, se a questo aggiungiamo l’accortezza di aver fiutato l’insofferenza deə giovani cinesi per un sistema scolastico che ancora non aveva saputo adeguarsi ai cambiamenti in corso (la Cina sarebbe stata ammessa nel WTO da lì a poco), non è difficile capire perché Le tre porte sia diventato così popolare.
A distanza di venticinque anni dalla sua prima pubblicazione, però, accusa molto la sua età e l’impressione a fine lettura è che sia una montagna di risentimento e alienazione condita con citazioni buttate lì per massimizzare la messa alla berlina di un mondo che stava morendo e la disillusione per il nuovo mondo che stava arrivando e sembrava marcio tanto quanto il precedente.
Non mi sento di consigliarvi Le tre porte se volete leggere un bel libro: sono sicura che la letteratura cinese ha di meglio da offrire. Però, nonostante mi sia annoiata in diversi punti e la storia sia piuttosto banale, è un romanzo che ha il fascino della visione di un mondo adolescenziale lontano da slogan e impegnano a cercare di sopravvivere in un contesto dove la concorrenza spietata distrugge qualsiasi cosa, dai principi morali alla possibilità di creare legami e relazioni sane.
Wei Wuxian e Lan Wangji, sulle tracce del cadavere misterioso, giungono nelle lande perennemente avvolte …
Mistificazione
4 stars
Da quando ho pubblicato la recensione di Rinascita, il primo volume, ho fatto in tempo a vedermi tutta la serie dònghuà (che hanno opportunamente caricato su Crunchyroll proprio di recente) e sono a tanto così dal vedermi anche la webserie. Giusto per darvi la misura di quanto mi abbia preso questa serie: mi prudono le mani, ma aspetterò paziente la traduzione italiana.
In questo secondo volume Lan Wangji e Wei Wuxian continuano la loro indagine per rimettere insieme i pezzi del cadavere smembrato e incazzoso, il cui braccio era spuntato nella tenuta della famiglia Mo, e per capire a chi appartenga. Il viaggio li porterà nella città di Yichen, un posto spettrale dove faranno altri incontri poco raccomandabili e scopriranno altri dettagli tragici sulla vita (e al morte) di vari personaggi.
Wei Wuxian continua tranquillamente a reggere la storia con la sua allegria e il suo sprezzo per le …
Da quando ho pubblicato la recensione di Rinascita, il primo volume, ho fatto in tempo a vedermi tutta la serie dònghuà (che hanno opportunamente caricato su Crunchyroll proprio di recente) e sono a tanto così dal vedermi anche la webserie. Giusto per darvi la misura di quanto mi abbia preso questa serie: mi prudono le mani, ma aspetterò paziente la traduzione italiana.
In questo secondo volume Lan Wangji e Wei Wuxian continuano la loro indagine per rimettere insieme i pezzi del cadavere smembrato e incazzoso, il cui braccio era spuntato nella tenuta della famiglia Mo, e per capire a chi appartenga. Il viaggio li porterà nella città di Yichen, un posto spettrale dove faranno altri incontri poco raccomandabili e scopriranno altri dettagli tragici sulla vita (e al morte) di vari personaggi.
Wei Wuxian continua tranquillamente a reggere la storia con la sua allegria e il suo sprezzo per le regole formali. Come si fa a non voler bene a una simpatica canaglia come lui? Le sue interazioni con Lan Wangji sono molto divertenti e di sicuro in questo volume, più incentrato sul presente che sul passato, vediamo un crescendo nei dispetti stuzzicanti di Wei Wuxian ai danni del suo compagno e allo stesso tempo una sempre maggiore preoccupazione per il suo benessere, che include il non passare il segno per non nuocere alla sua reputazione.
Grazie alle interazioni tra i vari personaggi, veniamo a sapere altri dettagli sul dramma del passato che ha portato Wei Wuxian a morire in maniera atroce e a essere così generalmente odiato: in particolare, quello che sappiamo della storia di Jin Ling ci fa pensare che almeno in parte il suo risentimento sia del tutto giustificato e questo aggiunge interesse nel voler sapere tutta le verità. Mo Xiang Tong Xiu sa come tenere accesa la curiosità deə suoə lettorə. Tanto più che questo volume finisce con un cliffhanger davvero criminale, per cui – anche se so già come prosegue la storia – spero che Mondadori faccia uscire presto il prossimo.
Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione siano emerse, nel tempo e …
Benché la civiltà occidentale ne rivendichi l'invenzione, Graeber ci mostra come forme democratiche basate sull'autoorganizzazione …
John Adams, per esempio, nella sua Difesa della Costituzione [1797] sosteneva che le società veramente egualitarie non erano mai esistite; che ogni società umana conosciuta ha sempre avuto un capo supremo, un’aristocrazia (basata sulla ricchezza o su «virtù naturali») e la gran massa della gente comune; che la Costituzione romana è stata quella che ha saputo meglio bilanciare i poteri di tutti gli elementi sociali. La Costituzione americana intendeva riprodurre quell’equilibrio istituendo un forte potere presidenziale, un Senato che rappresentasse la ricchezza e un Congresso che rappresentasse il popolo (sebbene i poteri reali di quest’ultimo siano di fatto circoscritti a una sorta di supervisione sulla redistribuzione della ricchezza raccolta con le tasse). Questo ideale repubblicano si trova alla base di tutte le costituzioni «democratiche» e ancora oggi in America molti ideologi conservatori sottolineano il fatto che «l’America non è una democrazia: è una repubblica».
Questa è la prima antologia di scrittori tibetani mai pubblicata in Italia. Il volume raccoglie …
Antichi demoni, nuove divinità
3 stars
Siccome sono una lettrice curiosa, mi ci vuole un attimo a incuriosirmi davanti alla prima antologia di narrativa tibetana contemporanea pubblicata in Italia e un altro attimo per prenderlo in prestito. Poi una volta iniziato mi ci è voluto solo un altro attimo per capire che io del Tibet non so davvero nulla – non ho nemmeno avuto il periodo di fascinazione per il buddhismo o Sette anni in Tibet (mai visto). Ma da qualche parte bisogna pur iniziare per imparare cose nuove, no?
Quindi nella mia crassa ignoranza ho capito che l’occupazione cinese attraversa questi racconti come una frattura e anche quelli che non si occupano direttamente delle conseguenze di quell’evento storico sembrano comunque contenerne l’eco. La raccolta, infatti, si apre e si chiude con due racconti che, pur da punti di vista diversi, ci raccontano del trauma dell’occupazione cinese e del suo impatto sulla vita e sulla cultura …
Siccome sono una lettrice curiosa, mi ci vuole un attimo a incuriosirmi davanti alla prima antologia di narrativa tibetana contemporanea pubblicata in Italia e un altro attimo per prenderlo in prestito. Poi una volta iniziato mi ci è voluto solo un altro attimo per capire che io del Tibet non so davvero nulla – non ho nemmeno avuto il periodo di fascinazione per il buddhismo o Sette anni in Tibet (mai visto). Ma da qualche parte bisogna pur iniziare per imparare cose nuove, no?
Quindi nella mia crassa ignoranza ho capito che l’occupazione cinese attraversa questi racconti come una frattura e anche quelli che non si occupano direttamente delle conseguenze di quell’evento storico sembrano comunque contenerne l’eco. La raccolta, infatti, si apre e si chiude con due racconti che, pur da punti di vista diversi, ci raccontano del trauma dell’occupazione cinese e del suo impatto sulla vita e sulla cultura del Tibet. Moltissimi racconti poi contengono critiche al culto della personalità di Mao, riferimenti all’esilio e alla perdita di contatto con la propria cultura o alle difficoltà di vivere in un Paese che cambia velocemente ma anche sembra sempre abitato dai fantasmi del passato.
Com’è tipico delle antologie, non tutti i racconti mi sono sembrati notevoli – alcuni mi sembravano essere stati scelti più per la loro rilevanza politica che per quella letteraria. Ho trovato, però, molto interessante il breve saggio introduttivo della curatrice, che è molto utile per farsi almeno un’idea della letteratura moderna tibetana e di com’è nata, se come me non ne sapete niente.
Virginia Woolf ha quarant’anni. Insieme al marito Leonard dirige una casa editrice, la Hogarth Press, …
Ma io ti adoro – adoro ogni parte del corpo, dalla punta dei piedi alla punta dei capelli. Non ti libererai mai di me, anche volendo. Signore – come vorrei che potessimo aiutarci l’una con l’altra. Ma tu sei lì completamente sola, e io non posso farci niente.
Ma se l’essere amata da Virginia vale qualcosa, Virginia ti ama; e ti amerà sempre, e ti prego, credici – e riposa, e curati e non scrivere lettere.