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I corpi astinenti by Emanuelle Richard
Chi nella vita non ha mai vissuto un periodo lontano dal sesso? Si tratta di un'esperienza diffusa e molteplice, ma …
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Chi nella vita non ha mai vissuto un periodo lontano dal sesso? Si tratta di un'esperienza diffusa e molteplice, ma …
Su Werel, terzo pianeta del sistema di Gamma Draconis, le stagioni durano decine d'anni terrestri, e ora l'Autunno sta per …
His Master's Voice (original Polish title: Głos Pana) is a 1960s science fiction novel written by Polish writer Stanisław Lem. …
Da dove nascono la guerra, l'avidità, lo sfruttamento, l'insensibilità alle sofferenze altrui? E qual è l'origine della disuguaglianza, ormai riconosciuta …
Da dove nascono la guerra, l'avidità, lo sfruttamento, l'insensibilità alle sofferenze altrui? E qual è l'origine della disuguaglianza, ormai riconosciuta …
L'incipit e le parti del libro ambientate durante la Rivoluzione Culturale mi sono piaciute, probabilmente perché conosco poco della storia cinese. Il libro parte bene, crea suspence e inizialmente sembra avviarsi a diventare una di quelle storie di fantascienza che porta a riflettere su temi della scientifici e tecnologici: invece il resto è una roba ferma agli anni 30 della fantascienza americana. Ogni mistero viene svelato, ha una soluzione banale e per giunta non si capisce neppure come e perché i protagonisti arrivino alla soluzione. Pagine e pagine spese per fare supercazzole vagamente scientifiche e generare sense of wonder che diluiscono le poche idee valide che ci sono (e ce ne sarebbero). Personaggi che se dici che sono bidimensionali gli fai un complimento.
Nella Cina della Rivoluzione culturale, un progetto militare segreto invia segnali nello spazio cercando di contattare intelligenze aliene. E ci …
Earth is not well. The promise of starting life anew somewhere far, far away—no climate change, no war, no Twitter—beckons, …
And then there’s our favorite space sex rumor: according to G. Harry Stine, an engineer and well-known rocket science popularizer, “clandestine experiments” have been conducted in NASA’s neutral buoyancy tank, confirming beyond doubt that “it is indeed possible for humans to copulate in weightlessness.” But, says Stine, an anonymous source informed him it works best with a third swimmer to “push at the right time in the right place.” People who executed this particular maneuver in orbit called themselves the “Three Dolphin Club” and even had a membership pin.
— City on Mars by Kelly Weinersmith, Zach Weinersmith (Page 74 - 75)
Deudney is a more extreme can-wejust-not-ist, but there are other voices suggesting a high level of prudence. For instance, Dr. Linda Billings, a consultant specializing in astrobiology and planetary defense, wants “collective peaceful existence on Spaceship Earth” before we seriously contemplate space expansion. Drs. Carl Sagan and Steven J. Ostro published a paper in 1994 titled “Dangers of Asteroid Deflection,” noting that a humanity advanced enough to save itself from asteroid impact is a humanity advanced enough to deflect an asteroid into itself. We would add to all this the concerns we’ve expressed about creating an immoral society, especially in the context of human reproduction and economics. Deudney himself points out that in a world of easy access to doomsday weapons, it takes only one society gone autocratically evil to create a nightmare scenario. If some aspects of space-settlement actively increase the likelihood of this outcome, the point becomes even more worrisome. Space geeks often cite a quote by science fiction author Larry Niven: “The dinosaurs became extinct because they didn’t have a space program. And if we become extinct because we don’t have a space program, it’ll serve us right!” But as Deudney notes, giant asteroids are rare. Humans haven’t been around that long, while the dinosaurs had a good long run. “Given these possibilities, perhaps the reason the dinosaurs lasted for nearly two hundred million years is because they did not have a space program.”
— City on Mars by Kelly Weinersmith, Zach Weinersmith (Page 377)
L’allonormatività è quel sistema di valori che ci porta a considerare l’attività sessuale come un mezzo e non un fine. Un mezzo verso cosa? Dipende dal contesto e dalla cultura di riferimento: il sesso può essere un mezzo per essere consideratə adultə , per dimostrare amore, per sentirsi liberə , per raggiungere un ideale predefinito di salute. Ma l’allonormatività è anche un sistema che presuppone che tuttə siano allosessuali, e che chi si allontana da questa norma abbia qualcosa che non va. Mi preme sottolineare la parola “sistema”: non è “sbagliato” se nella vostra esperienza personale avete consapevolmente usato il sesso, ad esempio, per dimostrare amore allə vostrə partner. Tornando all’esempio di prima: se decidiamo liberamente di andare in pizzeria con lə nostrə amichə pur non avendo voglia di pizza, ma solo perché ci fa piacere passare del tempo con loro, probabilmente alla fine trascorreremo comunque una serata piacevole, e saremo contentə di aver mangiato quella pizza. Ma se lə nostrə amichə ci avessero detto che noi quella pizza dovevamo mangiarla per forza, altrimenti avrebbero messo in discussione l’affetto che proviamo per loro, ci saremmo davvero godutə la serata? O avremmo acconsentito solo per non dare l’impressione di non essere interessatə a loro? Il problema si ha, quindi, quando i valori della società in cui viviamo ci portano a credere che senza sesso non sia possibile dimostrare amore allə propriə partner. Questo non solo esclude le persone asessuali dalla concezione comune di “amore”, ma finisce per creare in chiunque la pressione a performare il sesso anche quando magari preferirebbe raggiungere quello scopo – nel nostro esempio, far sentire amatə lə partner – attraverso altri mezzi. L’allonormatività, quindi, non è dannosa solo per le persone asessuali, poiché nega che il sesso possa essere solo sesso, che possa essere ricercato come attività piacevole in se stessa, e gli attribuisce un bagaglio di valori, di obiettivi da raggiungere attraverso l’atto sessuale. Una concezione che è sex negative anche laddove si presenta come sex positive . Dire che il sesso è un’attività che serve alla procreazione non è tanto diverso dal dire che il sesso serve a trasformare una relazione di amicizia in una relazione romantica, o che serve a dimostrare di essere una vera femminista libera dalle convenzioni patriarcali. In tutti i casi citati, il sesso è un mezzo e non un fine.
— Asessualità by Caterina Appia (Page 10 - 11)
Finalmente un libro che spiega in maniera estesa questi concetti in italiano
Content warning Contiene una parte importante di un racconto del libro
dal racconto "Storia di un boxeur"
Viveva i suoi sedici anni circondato dal rispetto generale: aveva smesso di boxare, ma la faccia sfigurata, e il ricordo delle tante vittorie, formavano come uno scudo fra lui e gli altri; lo si trattava coi guanti; ogni sua richiesta di favore era quasi un ordine, per chiunque... non si sa mai che decida di mollarmi una manata. È stata grande quindi, anni dopo, la sorpresa dei rispettosi concittadini quando il diciannovenne Marcello è apparso sulle pagine di cronaca nera del quotidiano cagliaritano: l’avevano preso mentre tentava di carezzare le cosce e il cazzo di un biondino, in un cinema del centro. Il biondino aveva urlato: le luci si erano accese in un attimo, e i numerosi spettatori di “Lucy a gambe aperte” avevano visto le maschere che fermavano – leggermente impaurite, invero – quell’omaccione dall’aspetto tutt’altro che equivoco, che si è lasciato condurre pacificamente in questura, senza fare male a nessuno, mentre un biondino magrolino gli urlava dietro “finocchio di merda.” E fra i due proprio lui sembrava il finocchio, e l’altro l’avresti detto un maschio con quattro palle, a vedere quel naso sfatto, quegli occhi sfigurati, quelle braccia da giovane ercole. In questura il commissario Brigaglia – vecchio patito della boxe, che sa tutto su tutti coloro che hanno poggiato i piedi sui ring isolani – l’ha riconosciuto subito. “Casu” gli ha detto “o è uno scherzo o sei diventato tutto matto” e Marcello gli ha letto negli occhi che sarebbe bastata una parola, una sola, magari anche soltanto un sorriso, e in guardina sarebbe finito il biondino, che l’aria da finocchietto non gliela toglieva proprio nessuno. Ma Marcello, onesto e limpido, “Caro commissario” gli ha detto “a me, le donne, non piacciono. E a lei?”
— I Sogni Della Città Bianca by Sergio Atzeni (Page 105 - 106)