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Habibi 3 stelle

Habibi is a black-and-white graphic novel by Craig Thompson published by Pantheon in September 2011. …

Review of 'Habibi' on 'Goodreads'

3 stelle

Habibi (Craig Thompson, 2011)

Anni fa bazzicavo Google+ senza mai scrivere ma sbirciando sulle bacheche altrui e in quel periodo ho sentito parlar bene di questo romanzo grafico: a quanto avevo capito era una ri-narrazione a fumetti di fiabe e leggende tradizionali arabe all'interno di una cornice, e siccome queste cose le amo l'ho messo in lista di lettura; l'ho finito oggi, e vi dico subito che è molto di più di ciò che pensavo.
In reatà, il cuore del romanzo è l'apparente cornice, la storia travagliata di Dodola e Zam, due orfani uniti dal destino che cercano di sopravvivere alle ingustizie e al degrado della Wanatolia, uno Stato immaginario che ha praticamente stampato addosso "Monarchia assoluta petrolifera del Golfo Persico". Venduta come schiava da ragazzina, Dodola fugge portando con sé il piccolissimo Zam e lo cresce come figlio, fratello e amico, e affronta assieme a lui una serie di ristrettezze materiali, di difficoltà psicologiche e di soprusi perpetrati dal resto della società; in tutto questo, però, i due protagonisti potranno sempre contare sia sul loro affetto reciproco sia sui racconti di Dodola, che ha sempre pronta una storia senza tempo per dare senso alle storie delle loro vite: l'ascesa di Maometto al Paradiso, la saggezza e gli amori di re Salomone, la storia del pescatore e del palazzo stregato che apre le Mille e una notte, le vicende dei patriarchi biblici, persino la storia della chimica alchemica fra Aristotele e Al-Idrisi.
In più, questa storia su più livelli ci propone delle riflessioni estremamente intense su un bel numero di temi fortissimi: disuguaglianza e sopraffazione, collasso ecologico causato dall'economia di consumo, schiavitù e razzismo, oppressione sociale, culturale e psicologica delle donne, genitorialità, consenso e sessualità (non solo sessualità eterosessuale cisgender, per altro), suicidio, religiosità e accettazione di sé.
Ah, e non dimentichiamo che tutto il racconto è permeato, sia nei dialoghi e monologhi sia nei disegni, di leit motiv inerenti l'arte calligrafica araba, a livello di costruzione delle parole e di valenza simbolica delle lettere; io non sono qualificato per approfondire, ma ne sono rimasto affascinato.
In conclusione, Habibi secondo me è un lavoro fenomenale: graficamente è sontuoso, narrativamente è solido (e lo rileggerò certamente), mi ha preso a pugni nello stomaco e fatto commuovere, e mi ha anche insegnato "giusto un paio" di cose di cui farò tesoro; a questo proposito, vi lascio con un passaggio del capitolo La preghiera dell'orfano , uno dei poemi più profondi e commoventi che abbia mai letto:

«Dopo la battaglia, il Profeta disse: "Siamo tornati dalla Jihad Minore alla Jihad Maggiore." Quando fu domandato "Qual è la Jihad Maggiore?", rispose: "È lo scontro contro noi stessi."»