cretinodicrescenzago ha recensito Elric of Melnibone and Other Stories di Michael Moorcock
Review of 'Elric of Melnibone and Other Stories' on 'Goodreads'
3 stelle
Premetto che ho iniziato Elric of Melniboné and Other Stories a Novembre 2017, l'ho interrotto a metà e l'ho ricominciato da capo oggi, 28 Agosto 2018 – e me lo sono finito tutto d'un fiato. Ho dovuto fruirlo così perché Moorcock e il personale della Gollancz si sono chiaramente fatti di acidi e hanno usato questo volume come discarica in cui stampare tutti i saggi miscellanei che avevano in archivio: fra prefazioni e postfazioni ci ritroviamo a leggere una dopo l'altra introduzioni multiple alla vita e all'opera di Moorcock, introduzioni allo sword & sorcery in generale e alla saga di Elric in particolare, saggi di critica letteraria scritti da Moorcock, la prefazione a una specifica edizione di uno specifico testo, persino quello che sembra essere il trascritto di una conferenza, e infine un saggio lungo che è stato diviso in più parti per spalmarlo su tutti i sei volumi dedicati …
Premetto che ho iniziato Elric of Melniboné and Other Stories a Novembre 2017, l'ho interrotto a metà e l'ho ricominciato da capo oggi, 28 Agosto 2018 – e me lo sono finito tutto d'un fiato. Ho dovuto fruirlo così perché Moorcock e il personale della Gollancz si sono chiaramente fatti di acidi e hanno usato questo volume come discarica in cui stampare tutti i saggi miscellanei che avevano in archivio: fra prefazioni e postfazioni ci ritroviamo a leggere una dopo l'altra introduzioni multiple alla vita e all'opera di Moorcock, introduzioni allo sword & sorcery in generale e alla saga di Elric in particolare, saggi di critica letteraria scritti da Moorcock, la prefazione a una specifica edizione di uno specifico testo, persino quello che sembra essere il trascritto di una conferenza, e infine un saggio lungo che è stato diviso in più parti per spalmarlo su tutti i sei volumi dedicati a Elric (mossa francamene deplorevole). Il risultato è un paratesto ipertrofico e soffocante che sarà pure ben fatto in alcuni singoli contributi, ma non porta avanti alcuna riflessione storica sulla saga di Elric che contestualizzi i testi primari in un percorso di produzione artistica – peccato che il paratesto dell'edizione definitiva di una saga letteraria dovrebbe fare esattamente quello, e infatti è così che procedono gli apparati dell'edizione Ballantine di [a:Robert E. Howard|66700|Robert E. Howard|https://images.gr-assets.com/authors/1210954603p2/66700.jpg] (volume 1: [b:The Coming of Conan the Cimmerian|33482|The Coming of Conan the Cimmerian (Conan the Cimmerian, #1)|Robert E. Howard|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1168447880l/33482.SY75.jpg|33551]) e di quella Nigh Shade Books di [a:Clark Ashton Smith|57720|Clark Ashton Smith|https://images.gr-assets.com/authors/1221279024p2/57720.jpg] (volume 1: [b:The End of the Story|24693910|The End of the Story|Clark Ashton Smith|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1439253832l/24693910.SY75.jpg|98423]). A fronte di questi lavori eccellenti della concorrenza, Gollancz lascia ampiamente a desiderare.
Passando ai testi narrativi che dovrebbero costituire il cuore del volume, si inizia con una novella autoconclusiva di classica esplorazione del castello incantato, Master of Chaos, ambientata nel mondo di Elric prima delle avventure di questi, abbastanza godibile. A seguire, c'è l'anello debole della catena: la sceneggiatura del romanzo grafico Elric: The Making of a Sorcerer (proprio così, non il fumetto stesso, solo la sua sceneggiatura), un resoconto della giovinezza di Elric pieno di riferimenti e mythology gags rivolti ai fan affezionati della serie, ma che a un neo-lettore fanno l'effetto di un "tour guidato a Fantasilandia". Questo "effetto spiegone" mi ha pure rovinato la prima lettura del testo successivo, il romanzo Elric of Melniboné, rispetto al quale la sceneggiatura è un prequel diretto: essermi letto subito prima una guida turistica a Melniboné aveva tolto ogni fascino al graduale worldbuilding compiuto nel romanzo, visto che ogni elemento fantastico e sorprendente mi era già stato sbattuto in faccia nella sceneggiatura stessa.
Ho dovuto lasciar passare nove mesi per togliermi dalla testa l'effetto spiegone e riprendere in mano Elric of Melniboné a mente libera... e ne è valsa la pena. Il romanzo è del '72 e funge a sua volta da prequel ai racconti degli anni Sessanta in cui Elric era esordito, mostrandoci le sue origini come antieroe, dal primo scontro con la sua nemesi personale al recupero della sua iconica spada Tempestosa. Il testo è tuttora fresco e appassionante, complice la capacità di Moorcock di passare senza soluzione di continuità da una voce narrante onniscente all'uso del punto di vista di Elric – una tecnica non banale che gli permette di inserire più facilmente descrizioni favolose e commenti sardonici, senza spezzare affatto il ritmo. In più l'opera ha palesemente un grosso valore storico per lo sviluppo del fantasy anglofono, visto che è stata la saga di Elric a codificare (se non a inventare in toto) gli archetipi dell'impero ancestrale di stregoni domadraghi (George Martin, sto guardando alla tua Valyria) e dell'Equilibrio cosmico fra Legge e Caos, imitato a piene mani (e spesso puerilizzato) nei giochi di società della TSR e della Games Workshop.
Riassumendo, questo Elric of Melniboné and Other Stories è una miscellanea abbastanza sgraziata con materiali di qualità difforme, ma limitarsi solo alla novella e al romanzo (evitando invece la sceneggiatura) e leggere i saggi come testi autonomi (non come il commento puntuale che non sono) la rende un gradevole primo incontro con il Duca Bianco; per quanto mi riguarda, mi ha convinto a continuare con la saga.
Merged review:
Premetto che ho iniziato Elric of Melniboné and Other Stories a Novembre 2017, l'ho interrotto a metà e l'ho ricominciato da capo oggi, 28 Agosto 2018 – e me lo sono finito tutto d'un fiato. Ho dovuto fruirlo così perché Moorcock e il personale della Gollancz si sono chiaramente fatti di acidi e hanno usato questo volume come discarica in cui stampare tutti i saggi miscellanei che avevano in archivio: fra prefazioni e postfazioni ci ritroviamo a leggere una dopo l'altra introduzioni multiple alla vita e all'opera di Moorcock, introduzioni allo sword & sorcery in generale e alla saga di Elric in particolare, saggi di critica letteraria scritti da Moorcock, la prefazione a una specifica edizione di uno specifico testo, persino quello che sembra essere il trascritto di una conferenza, e infine un saggio lungo che è stato diviso in più parti per spalmarlo su tutti i sei volumi dedicati a Elric (mossa francamene deplorevole). Il risultato è un paratesto ipertrofico e soffocante che sarà pure ben fatto in alcuni singoli contributi, ma non porta avanti alcuna riflessione storica sulla saga di Elric che contestualizzi i testi primari in un percorso di produzione artistica – peccato che il paratesto dell'edizione definitiva di una saga letteraria dovrebbe fare esattamente quello, e infatti è così che procedono gli apparati dell'edizione Ballantine di [a:Robert E. Howard|66700|Robert E. Howard|https://images.gr-assets.com/authors/1210954603p2/66700.jpg] (volume 1: [b:The Coming of Conan the Cimmerian|33482|The Coming of Conan the Cimmerian (Conan the Cimmerian, #1)|Robert E. Howard|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1168447880l/33482.SY75.jpg|33551]) e di quella Nigh Shade Books di [a:Clark Ashton Smith|57720|Clark Ashton Smith|https://images.gr-assets.com/authors/1221279024p2/57720.jpg] (volume 1: [b:The End of the Story|24693910|The End of the Story|Clark Ashton Smith|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1439253832l/24693910.SY75.jpg|98423]). A fronte di questi lavori eccellenti della concorrenza, Gollancz lascia ampiamente a desiderare.
Passando ai testi narrativi che dovrebbero costituire il cuore del volume, si inizia con una novella autoconclusiva di classica esplorazione del castello incantato, Master of Chaos, ambientata nel mondo di Elric prima delle avventure di questi, abbastanza godibile. A seguire, c'è l'anello debole della catena: la sceneggiatura del romanzo grafico Elric: The Making of a Sorcerer (proprio così, non il fumetto stesso, solo la sua sceneggiatura), un resoconto della giovinezza di Elric pieno di riferimenti e mythology gags rivolti ai fan affezionati della serie, ma che a un neo-lettore fanno l'effetto di un "tour guidato a Fantasilandia". Questo "effetto spiegone" mi ha pure rovinato la prima lettura del testo successivo, il romanzo Elric of Melniboné, rispetto al quale la sceneggiatura è un prequel diretto: essermi letto subito prima una guida turistica a Melniboné aveva tolto ogni fascino al graduale worldbuilding compiuto nel romanzo, visto che ogni elemento fantastico e sorprendente mi era già stato sbattuto in faccia nella sceneggiatura stessa.
Ho dovuto lasciar passare nove mesi per togliermi dalla testa l'effetto spiegone e riprendere in mano Elric of Melniboné a mente libera... e ne è valsa la pena. Il romanzo è del '72 e funge a sua volta da prequel ai racconti degli anni Sessanta in cui Elric era esordito, mostrandoci le sue origini come antieroe, dal primo scontro con la sua nemesi personale al recupero della sua iconica spada Tempestosa. Il testo è tuttora fresco e appassionante, complice la capacità di Moorcock di passare senza soluzione di continuità da una voce narrante onniscente all'uso del punto di vista di Elric – una tecnica non banale che gli permette di inserire più facilmente descrizioni favolose e commenti sardonici, senza spezzare affatto il ritmo. In più l'opera ha palesemente un grosso valore storico per lo sviluppo del fantasy anglofono, visto che è stata la saga di Elric a codificare (se non a inventare in toto) gli archetipi dell'impero ancestrale di stregoni domadraghi (George Martin, sto guardando alla tua Valyria) e dell'Equilibrio cosmico fra Legge e Caos, imitato a piene mani (e spesso puerilizzato) nei giochi di società della TSR e della Games Workshop.
Riassumendo, questo Elric of Melniboné and Other Stories è una miscellanea abbastanza sgraziata con materiali di qualità difforme, ma limitarsi solo alla novella e al romanzo (evitando invece la sceneggiatura) e leggere i saggi come testi autonomi (non come il commento puntuale che non sono) la rende un gradevole primo incontro con il Duca Bianco; per quanto mi riguarda, mi ha convinto a continuare con la saga.