cretinodicrescenzago ha recensito Potere alle parole. Perché usarle meglio di Vera Gheno
Review of 'Potere alle parole. Perché usarle meglio' on 'Goodreads'
5 stelle
Ogni singola volta che [a:Zerocalcare|5403378|Zerocalcare|https://images.gr-assets.com/authors/1326829782p2/5403378.jpg] pubblica un nuovo fumetto, io puntuale come Immanuel Kant commento che Rech si riconferma come una delle grandi voci della cultura nazionalpopolare italiana in senso gramsciano; ebbene, oggi sarò banale ed estenderò il complimento a [a:Vera Gheno|6452758|Vera Gheno|https://images.gr-assets.com/authors/1591883580p2/6452758.jpg], perché Potere alle parole. Perché usarle meglio è la quintessenza di un saggio divulgativo formativo e accessibile.
Detto senza mezzi termini, Gheno ha fatto il miracolo: ha distillato i concetti basilari della linguistica, come la natura sistematica e convenzionale del codice linguistico e la sua variabilità diastratica e diatopica, li ha esposti con un bilanciamento fra chiarezza e completezza che i manuali universitari si sognano, ha esposto le ripercussioni pratiche di questi fenomeni in termini di "buon uso della lingua", e ha definito questo "buon uso" secondo la grande tradizione democratica di don Milani e Tullio de Mauro – ovverosia conoscere le regole dello strumento-lingua per usarle …
Ogni singola volta che [a:Zerocalcare|5403378|Zerocalcare|https://images.gr-assets.com/authors/1326829782p2/5403378.jpg] pubblica un nuovo fumetto, io puntuale come Immanuel Kant commento che Rech si riconferma come una delle grandi voci della cultura nazionalpopolare italiana in senso gramsciano; ebbene, oggi sarò banale ed estenderò il complimento a [a:Vera Gheno|6452758|Vera Gheno|https://images.gr-assets.com/authors/1591883580p2/6452758.jpg], perché Potere alle parole. Perché usarle meglio è la quintessenza di un saggio divulgativo formativo e accessibile.
Detto senza mezzi termini, Gheno ha fatto il miracolo: ha distillato i concetti basilari della linguistica, come la natura sistematica e convenzionale del codice linguistico e la sua variabilità diastratica e diatopica, li ha esposti con un bilanciamento fra chiarezza e completezza che i manuali universitari si sognano, ha esposto le ripercussioni pratiche di questi fenomeni in termini di "buon uso della lingua", e ha definito questo "buon uso" secondo la grande tradizione democratica di don Milani e Tullio de Mauro – ovverosia conoscere le regole dello strumento-lingua per usarle al meglio, ovverosia per esprimersi con completezza, economia e sincerità, e quindi ragionare meglio nella propria testa e contribuire proficuamente alla comunità. Conseguenza ovvia di questa prospettiva sono i bellissimi capitoli sul prestito, il neologismo e la formazione analogica di forme femminili per i nomi di professioni, nei quali si riafferma che la lingua, essendo strumento, evolve con le necessità materiali – e lasciando neanche tanto sottinteso che irrigidirlo su uno status quo morfosintattico-lessicale è atto di violenza politica per conservare lo status quo sociale.
Una piccola gemma di divulgazione militante, e prossimamente ci si legge pure [b:Femminili singolari +: Il femminismo è nelle parole|60543903|Femminili singolari + Il femminismo è nelle parole (Saggi pop)|Vera Gheno|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1646340190l/60543903.SX50.jpg|74530957].