Lunagraphies ha recensito Blu quasi trasparente di Ryu Murakami
Review of 'Blu quasi trasparente' on 'Goodreads'
2 stelle
Ne ho parlato approfonditamente (o quasi) qui: medium.com/@giuliaguzzardi/blu-quasi-trasparente-c7e0e18603a8#.5lp4w39i1
lingua Italiano
«È un universo, quello in cui ci immette immediatamente lo scrittore, carnoso e carnale, carnoso prima che carnale: un mondo di succhi e untuosità, in cui la materia contagia e appiccica, in cui tra lo stato liquido e quello solido esiste una vischiosità metafisica, un lerciume effettivo ed esistenziale che lega le persone e gli oggetti» - Tuttolibri Giappone, inizi degli anni '70. In un Paese già scosso dagli effetti dei violenti moti studenteschi del '68, Ryu, Lily e il loro gruppo di amici gravitano nei dintorni della base militare americana di Yokota, a poche decine di chilometri da Tokyo, di cui frequentano alcuni dei soldati lì di stanza. Vivono una quotidianità scombinata, fatta di un uso costante e ossessionato di qualsiasi sostanza stupefacente si ritrovino a portata di mano, di sesso estremo, di piccoli furti e di qualunque altro comportamento vada a costituire un'anomalia e una sfida alle regole …
«È un universo, quello in cui ci immette immediatamente lo scrittore, carnoso e carnale, carnoso prima che carnale: un mondo di succhi e untuosità, in cui la materia contagia e appiccica, in cui tra lo stato liquido e quello solido esiste una vischiosità metafisica, un lerciume effettivo ed esistenziale che lega le persone e gli oggetti» - Tuttolibri Giappone, inizi degli anni '70. In un Paese già scosso dagli effetti dei violenti moti studenteschi del '68, Ryu, Lily e il loro gruppo di amici gravitano nei dintorni della base militare americana di Yokota, a poche decine di chilometri da Tokyo, di cui frequentano alcuni dei soldati lì di stanza. Vivono una quotidianità scombinata, fatta di un uso costante e ossessionato di qualsiasi sostanza stupefacente si ritrovino a portata di mano, di sesso estremo, di piccoli furti e di qualunque altro comportamento vada a costituire un'anomalia e una sfida alle regole di un'allora ancora rigida e opprimente società giapponese. La loro appare come un'esistenza senza speranza, in cui il dolore, procurato dagli altri o autoinflitto, e altre sensazioni fisiche estreme diventano il mezzo per annullare qualsiasi altra percezione, per non sentire più nulla. Ma in questa realtà desolata, descritta in uno stile volutamente freddo e distaccato, quasi chirurgico, traspare ogni tanto dai personaggi un'innocenza fanciullesca, forse proprio quella che hanno o credono di avere perso, e alla quale in realtà vorrebbero tornare. E dalle crude descrizioni del romanzo emerge paradossalmente una asettica e terribile bellezza. Bellezza nel nonsense, nel caos, nel grottesco. Perché anche in un apparente degrado, come recita il testo, "ogni cosa irradia luce propria".
Ne ho parlato approfonditamente (o quasi) qui: medium.com/@giuliaguzzardi/blu-quasi-trasparente-c7e0e18603a8#.5lp4w39i1