Review of 'Elric?' on 'Goodreads'
2 stelle
Eccoci arrivati al terzo volume della saga completa di Elric di Melniboné in ordine cronologico... volume che, purtroppo, è anche la conferma di quanto male abbiano lavorato Moorcock e la Gollancz nel mettere assieme un'"edizione definitiva": esattamente come il primo libro ([b:Elric of Melniboné and Other Stories|18142589|Elric of Melniboné and Other Stories (Elric Chronological Order, #1)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1417165441l/18142589.SY75.jpg|46116122]), anche Elric: The Sailor on the Seas of Fate presenta un apparato critico farlocco che ammassa assieme contributi estemporanei ed eterogenei (la prefazione di Michael Chabon è così piena di minchiate che potrebbe figurare in un'edizione italiana). Ciò poteva essere tollerabile nel primo volume se consideriamo che vi erano contenuti, alla fin fine, solo un racconto breve e un romanzo non direttamente collegati (stendiamo un velo pietoso sulla sceneggiatura del fumetto) e leggibili anche senza contesto, ma diventa un problema molto grave in questo terzo volume, che invece contiene sia il …
Eccoci arrivati al terzo volume della saga completa di Elric di Melniboné in ordine cronologico... volume che, purtroppo, è anche la conferma di quanto male abbiano lavorato Moorcock e la Gollancz nel mettere assieme un'"edizione definitiva": esattamente come il primo libro ([b:Elric of Melniboné and Other Stories|18142589|Elric of Melniboné and Other Stories (Elric Chronological Order, #1)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1417165441l/18142589.SY75.jpg|46116122]), anche Elric: The Sailor on the Seas of Fate presenta un apparato critico farlocco che ammassa assieme contributi estemporanei ed eterogenei (la prefazione di Michael Chabon è così piena di minchiate che potrebbe figurare in un'edizione italiana). Ciò poteva essere tollerabile nel primo volume se consideriamo che vi erano contenuti, alla fin fine, solo un racconto breve e un romanzo non direttamente collegati (stendiamo un velo pietoso sulla sceneggiatura del fumetto) e leggibili anche senza contesto, ma diventa un problema molto grave in questo terzo volume, che invece contiene sia il romanzo breve eponimo sia le corpose novelle "The Dreaming City", "While the Gods Laugh" e "The Singing Citadel" (un tempo pubblicate a parte, nella raccolta [b:The Weird of the White Wolf|131633|The Weird of the White Wolf (The Elric Saga, #3)|Michael Moorcock|https://i.gr-assets.com/images/S/compressed.photo.goodreads.com/books/1387732990l/131633.SY75.jpg|970397]) e il più recente "A Portrait in Ivory", pensato per incastrarsi (per altro perfettamente) fra "The Dreaming City" e "While the Gods Laugh". Questi quattro racconti si collocano circa a metà della cronologia diegetica, ma storicamente rappresentano il primo blocco del ciclo "classico" di Elric composto da Moorcock negli anni Sessanta: è qui, di conseguenza, che incontriamo la versione originale del personaggio e del suo universo, quella che ebbe un impatto duraturo sulla letteratura fantasy, prima che Moorcock ritoccasse il worldbuilding e la caratterizzazione dei personaggi con i romanzi prequel Elric of Melniboné, The Fortress of Pearl e (appunto) The Sailor on the Seas of Fate; per di più quest'ultimo romanzo non è solo un prequel ai racconti in senso proprio, ma anche un cross-over fra la saga di Elric e altre serie appartenenti al macrociclo del Campione Eterno! Come cliente della Gollancz mi sento truffato dalla mancanza di un apparato serio che mi spiegasse questa convoluta trafila di scrittura, costringendomi a documentarmi per conto mio su fonti esterne – edizione definitiva un paio di balle.
Questo detto, commentiamo i testi.
The Sailor on the Seas of Fate è in realtà composto da tre racconti lunghi autonomi che si svolgono uno dopo l'altro a ritmo serrato, abbastanza gradevoli e avvincenti ma inficiati da passaggi filosofici francamente autoreferenziali:
- la prima parte è la più godibile in termini di trama, ma contiene il cross-over sopra menzionato e ovviamente pullula di mythology gags per i lettori già affezionati, poco coglibili dai neofiti come me;
- la seconda parte vede Elric e un comprimario di scarso carisma risolvere come "mediatori esterni" un conflitto fra altri personaggi usa-e-getta, anche ben scritto nel suo genere ma non per questo valido – è un tipo di storia che a me dà il latte alle ginocchia;
- la terza parte è una classica esplorazione di città perduta che contiene ulteriori mythology gags e quella che dovrebbe essere una sconvolgente anticipazione profetica di eventi futuri ... che però si sposa male con i racconti immediatamente successivi, perché evidentemente Moorcock non sapeva bene come raccordare il prequel ai racconti classici.
Passando invece, per l'appunto, ai quattro racconti classici:
- "The Dreaming City" è chiaramente acerbo come prosa, ma sicuramente conserva un certo fascino vintage, pur perdendo e un po' di pathos se letto subito dopo The Sailor on the Seas of Fate (a causa del raccordo goffo); si capisce perché Elric fece il botto, esordendo in questo racconto.
- "A Portrait in Ivory" è una breve delicata scenetta che delinea le conseguenze a medio termine di "The Dreaming City" e prepara meglio il terreno a "While the Gods Laugh"; il modo impeccabile in cui funge da ponte ha del miracoloso.
- "While the Gods Laugh" è un po' troppo allegorico-metafisico per i miei gusti, ma finalmente incontriamo il migliore amico e spalla di Elric per tutto il resto della serie.
- "The Singing Citadel" riduce la metafisica e incrementa le scene surreali-farsesche, il che è tutto di guadagnato; non bello come il romanzo Elric of Melniboné ma va in quella direzione.
Tirando le somme, The Sailor on the Seas of Fate è il più debole dei tre romanzi prequel, globalmente inferiore all'eccellente Elric of Melniboné e meno compatto del lento ma coeso The Fortress of Pearl, mentre le quattro novelle sono sicuramente datate e perdono un po' di fascino a leggerle dopo tutti i prequel, ma se fruite singolarmente sono un tuffo nel passato davvero, davvero educativo: è incredibile che nel 1961 fosse rivoluzionario scrivere dei racconti sword & sorcery chiaramente di matrice howardiana, ma usando come personaggio principale uno stregone sarcastico e drogato di magia. Purtroppo la presentazione scadente inficia la qualità complessiva della raccolta.